Un problema di salute che interessa un gran numero di donne sono i difetti del pavimento pelvico come il prolasso genitale e l’incontinenza urinaria.
Quest’ultima è la perdita involontaria di urine che può presentarsi in seguito ad uno sforzo fisico come un colpo di tosse, uno starnuto, una risata o il sollevamento di un peso e comunque in tutte quelle situazioni in cui vi è un aumento della pressione
all’interno dell’addome.
Un’altra condizione correlabile all’incontinenza urinaria è l’improvvisa ed impellente voglia di urinare con, a volte, incapacità nel raggiungere i servizi igienici.
Definiamo quindi la prima condizione come incontinenza da sforzo o da stress e la seconda come incontinenza urinaria da urgenza. La combinazione di entrambe
comporta l’incontinenza urinaria mista.
Queste problematiche sono molto frequenti nelle donne con un aumento della prevalenza con l’avanzare dell’età.
L’insorgenza dell’incontinenza urinaria da sforzo (o stress) può verificarsi a seguito della debolezza del muscolo interno alle pareti dell’uretra, con perdita della sua funzione di sfintere, oppure al prolasso o discesa dell’uretra stessa.
L’incontinenza urinaria da urgenza, invece, è dovuta all’iperattività del muscolo detrusore della vescica la cui attivazione normalmente si dovrebbe ottenere solo durante la minzione ma che invece, in modo incoordinato e incontrollato, agisce durante la fase di riempimento vescicale.
La perdita di urina, come detto, può verificarsi con diversi gradi di severità come la perdita di poche e sporadiche gocce fino a raggiungere la sensazione di “sentirsi bagnata” con forti disagi sociali e conseguente peggioramento della qualità della vita delle pazienti.
Il prolasso, oltre che l’uretra come detto, può interessare anche altri organi contenuti all’interno della pelvi femminile come quello della parete anteriore della vagina con prolasso della vescica, prolasso della parete vaginale posteriore e quindi discesa del retto o il prolasso dell’utero o della cupola (apice) vaginale in quelle paziente sottoposte in precedenza ad isterectomia (rimozione dell’utero).
Tali patologie sono causate da un difetto del pavimento pelvico che è una struttura costituita da muscoli, legamenti e fasce che supportano, sospendono e chiudono in basso la pelvi femminile contenendo gli organi sopra esposti al suo interno.
Ai difetti anatomici tipici del prolasso possono essere associati disturbi funzionali come appunto l’incontinenza urinaria o il suo inverso come la ritenzione dell’urina, disordini defecatori, disfunzioni sessuali oltre che il rischio di ricorrere a infezioni urinarie ricorrenti come la cistite.
Questa è una patologia ad ampia diffusione che colpisce tutte le fasce d’età ed
entrambi i sessi, ma con una prevalenza maggiore nel sesso femminile (23-55% delle donne).
In circa il 20% dei casi i disturbi compaiono addirittura prima dei 30 anni ed in oltre il 40% dei casi il sintomo si manifesta tra i 30 e i 50 anni con diffusione massima dopo i 60 anni (fino al 60%).
L’età, il numero delle gravidanze, alcuni fattori del parto come il peso del feto alla nascita, la menopausa, la pregressa chirurgia pelvica come l’isterectomia, l’eccessivo peso corporeo della donna, il fumo di sigaretta, fattori genetici ed altri fattori di
rischio (diabete mellito, precedente chirurgia ginecologica, stipsi, incontinenza fecale, prolasso genitale, abuso di alcol e caffeina, enuresi infantile, problemi respiratori, depressione, disturbi del sonno) possono condurre e comunque comportare un peggioramento di tali problematiche.
A tutt’oggi in un ampio gruppo di pazienti esiste ancora quel senso di pregiudizio e rassegnazione.
Alcune donne credono che i sintomi correlati ai disturbi del pavimento pelvico rientrano in quel fisiologico processo involutivo legato all’invecchiamento.
Come per tutte le problematiche correlate alla menopausa quali i disturbi sessuali dovuti per esempio all’atrofia (secchezza) vaginale ed i disturbi uroginecologici vengono ancora considerati un tabù.
Tutto ciò comporta alla donna che soffre di questi disturbi tutta una serie di disagi che impattano negativamente sulla propria sfera emotiva e relazionale.
La paziente spesso si chiude in se stessa, smette di relazionarsi con disinvoltura in ambito sociale, non esce di casa per paura di dover ricorrere ai servizi igienici pubblici, alcune fanno un mapping delle toilette prestabilendo il percorso da fare
durante le loro uscite, mantengono un senso di imbarazzo per paura di emanare odori sgradevoli, rinunciano ad indossare determinati abiti per non far notare l’assorbente igienico o in casi eclatanti il pannoloni.
Queste condizioni spingono le pazienti verso un disagio emotivo che può spingersi fino alla patologia depressiva dell’umore e peggioramento della condizione clinica
generale.
Oggi il target di pazienti che si presenta dallo specialista per parlare di questi
problemi uro-ginecologici sono soprattutto quelle giovani donne che sono stanche di vivere tutti questi fastidi in quanto ricoprono un ruolo professionale importante o magari perché semplicemente decidono di migliorare la loro qualità di vita.
Diciamo che il ginecologo ed in particolare l’uroginecologo è la figura principalmente coinvolta in tali disturbi.
Il ginecologo è il professionista sanitario che si occupa della donna in tutte le sue fasi evolutive quindi dall’adolescenza alla post-menopausa.
In queste patologie è però spesso necessario un team multidisciplinare che si prenda cura della paziente come l’urologo, il colon-proctologo, le ostetriche, i fisioterapisti.
Tutti queste figure professionali, spesso coordinate dal ginecologo/uroginecologo, vengono coinvolte sin dal momento dell’inquadramento clinico e successivamente nei percorsi diagnostici e curativi come la chirurgia o la riabilitazione del pavimento pelvico.
Dott. Giuseppe Davide Romeo
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Centro Medico Rinascimento